Amicizia, amore, bontà, gentilezza, falegnameria professionale, empatia, rispetto, pietà e inglese. Questi erano i valori che Sauro Botassi era felicissimo di trasmettere ai bambini attraverso il suo show “Dino il Dinosauro”, nelle vesti del simpatico e colorato protagonista da cui lo show prendeva il nome. Nello show Sauro riversava tutta la sua passione, tutto il suo amore per i bambini, tutte le frustrazioni della vita fuori dal set e ogni sua esperienza che potesse aiutare i suoi piccoli telespettatori a diventare degli adulti civili, responsabili e caritatevoli.
Ma il programma “non piaceva e non funzionava”, “il pubblico target non è interessato”, così dicevano i nuovi dirigenti. Finché era una piccola emittente locale che lo mandava in onda, “Dino il Dinosauro” poteva sopravvivere, ma quando essa venne acquisita e incorporata da un grande colosso mediatico, efficienza ed efficacia divennero il mantra sacro e inviolabile per chiunque fosse coinvolto e all’improvviso ciò che era l’importante non era più dare al pubblico quello di cui aveva bisogno, ma quello che voleva.
“Dino il Dinosauro” sarebbe stato rimpiazzato da qualcosa più in linea con i trend del momento: “T33n Heroes”, un talent show dedicato all’infanzia che avrebbe visto competere tra loro bambini che avevano manifestato poteri.
Gli venne comunicato da uno dei nuovi capi quando ancora stava infilandosi il costume, convinto che avrebbe registrato un’altra puntata, mentre alle sue spalle gli addetti ai lavori già smontavano il palco, accartocciavano lo striscione e facevano a pezzi gli alberi di cartone.
Il mondo di Sauro crollò sotto i suoi piedi in pochi istanti, precipitandolo in un profondo pozzo di acque buie e oscure, in cui poteva solo soffocare. Tuttavia non era solo, perché c’era Dino con lui, perché Dino, per lui, ci sarebbe stato sempre.
Gli bastò tirare su la zip del costume e calarsi sul capo la grande testa blu di pezza per tornare a respirare. E la sua fidata motosega, anche lei sempre al suo fianco in tutti gli spazi dedicati alle opere in legno, giaceva a pochi passi, poggiata su un bancone, come una suadente venere nuda distesa su lenzuola di seta; lo chiamava.
“The show must go on”.
Non era una cosa nuova, era sempre accaduto e sempre sarebbe continuato ad accadere. Chissà quanti anni prima show, mode, opinioni o tendenze come “Dino il Dinosauro” avevano smesso di piacere, per poi essere rimpiazzate da altre idee o pensieri, per poi ritornare di nuovo, sotto altre vesti e forme. La storia è fatta di cicli, eterno ritorno.
Vale per tutto, anche per gli eroi, ancor di più per i supereroi.
Ma vale anche per i mostri. Ritornano sempre.
Ehi bambini! Son tornato! UUH-UH! Ehi kids! I'm back! HUU-HU!